mercoledì 7 dicembre 2011

parole,parole,parole...

"Gioia pura
in questo cuore sgombro
da buii e fatuità.
Ho udito
il fruscio della pace
nel canto dell'Anima
già assopita" (08.09.89)


"Il ruscellare dei miei pensieri
stagna sul mio nome
esita
gorgoglia
vortica
per tornare a scorrere
nuovo e solo
con attimi secolari
di infinito puro
dietro le spalle" (20.09.89)

E' bastato mettere in ordine un cassetto e ritrovare un libricino di poesie scritte quando frequentavo il liceo per scombussolare un tranquillo pomeriggio di dicembre. Non mi sono sentita mai tanto vicina alla mia Anima come in quel periodo della mia vita! Scrivere poesie rappresentava per me creare degli strumenti che esprimessero il dolore e la fatica di crescere in una società di illusioni, di merce inutile, di modelli che incitano e incitavano ad accettare di essere tutti uguali per sentirsi in compagnia e smettere di ricercare il senso della propria vita.
Ma volevo essere diversa,volevo creare il mio mondo e quindi ero alla continua ricerca di vetrità, di senso, di identità.

"Tacqui.
Lo scialacquio delle parole
che correvano intorno al mio silenzio
tornava alle membra
ronzio ammorbante.
E ancora
i miasmi della verità
salgono implacabili
per un nuovo scontro." (18.03.89)

Trovo che le mie poesie esprimano ancora il bisogno, quasi viscerale, di essere criptiche, sincopate, simboliche, di avere,cioè, un segno che oltre al proprio significato ne avesse uno nascosto e non immediatamente percepibile dal lettore, in grado però di far provare emozioni e stati d'animo.
Sono state scritte per me stessa sull'onda delle emozioni, a volte ,forse, un po' sopra le righe,passando, quasi come sulle montagne russe, da esaltazioni estreme a baratri di sconforto, ma sempre cercando di preservare la segretezza del nucleo personale della mia Anima,che poteva essere intravisto nelle righe scritte, ma mai completamente svelato se non da una ricerca e da una volontà di andare oltre.
Rappresentano ancora la creazione di uno specchio in cui a distanza di anni riesco ancora a "leggermi", a trovare la maestosità e la grandezza che la consapevolezza di vivere hanno radicato in me in quegli anni di ricerca

"Sussurrano i fantasmi del passato
melodie dolci e proibite
e il mio cuore porge orecchio
ma non sente il crepitio delle tentazioni.
Sola e indomita
la mia Anima verga
questa vita
sfidandone
il pigro sonno
con la sicurezza del verbo
che pare canto" (30.10.93)

Perchè non rendervi partecipi di queste considerazioni?
Perchè lasciare che il lavoro, i figli, gli impegni di tutti i giorni fagocitino questi pensieri, quando a distanza di anni sono tornati alla luce?
Torno a dar voce all' Anima... se volete leggermi e comunicare con me, dovete conoscere anche un po' del mio per-corso.

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