mercoledì 7 novembre 2012

FILO-SO-FARE, IDEE GENERATIVE PER L'INFANZIA E NON SOLO

Mi scuso del lungo silenzio, ma ho preparato la mia tesi di laurea e lunedì 29 ottobre 2012 a Firenze sono diventata Dottoressa in "Metodi e tecnche delle interazioni educative" con il massimo dei voti...quasi non ci credo neanch'io! :)
“Perché scrivi un e-book? “ Questa è la prima domanda che mi viene posta quando mi viene chiesto di raccontare della mia tesi e io non posso che spiegare come, fin dagli inizi, riconoscendo la limitatezza delle proprie capacità cognitive, l’uomo abbia ricercato supporti che permettano l’estroflessione della memoria e la conservazione dei ricordi nel tempo : dalle immagini della caccia sulla pietra, ai papiri egizi, ai codici medioevali su pergamena, alla stampa di Gutemberg fino alla pubblicazione in Rete e ai linguaggi audiovisivi . Il nostro linguaggio oggi è digitale, il supporto è cambiato, o meglio, si è evoluto, ma l’oggetto della transizione è sempre il medesimo: lasciare traccia . L’e-book che ho “composto”, è il mio modo di lasciare traccia del percorso che ho intrapreso in questi tre anni di formazione, per questo ho deciso di pubblicarlo sul mio blog, alla portata di tutti, utilizzando dei tag, ovvero, delle parole significative, con cui possa essere rintracciato. E’ scritto in modalità sinsemica : che significa “sinsemia”? La “sinsemia” è una parola di origine greca che deriva dall’unione di “sin”= ” insieme”,”con” e di “semia”= “segno” e si riferisce alla disposizione spaziale degli elementi nel testo, cioè permette di visualizzare la correlazione tra gli elementi che lo costituiscono e consente una lettura sinottica dei quesiti: la disposizione spaziale, le evidenziature, il colore delle parole, le immagini con valore, già di per sé, polisemico, fungono da link a finestre esterne. Tutto ciò favorisce lo scorrere della narrazione della trama e da, non solo valore conoscitivo, ma anche euristico al testo, cioè permette di fare scoperte e consente di sviluppare dimostrazioni, quindi di giocare un ruolo deduttivo, quasi “maieutico” potremmo dire. L’organizzazione sinsemica della conoscenza è utile per sviluppare e potenziare il pensiero flessibile, facilita il lettore , soprattutto se neofita, nello scorrere della lettura e lo coinvolge permettendogli di attraversare il testo in modo reticolare oltre che lineare, attivando il problem solving.
Mi sono accorta che ho cercato di mantenere con l’e-book la stessa modalità di lavoro che contraddistingue il mio progetto educativo “Socrate, uno di noi” e che tra i due è possibile tracciare un vero e proprio parallelismo: 1) Il fattore” tempo”: nel progetto ho a disposizione solo 2 ore con ogni classe per presentarmi, entrare in empatia con i ragazzi, trasmettere loro dei concetti e valutare il loro apprendimento. Allo stesso modo con l’e-book mi trovo a disposizione solo una quarantina di pagine, poche a dire il vero, con cui stilare delle premesse, sviluppare le tematiche in oggetto e giungere a delle conclusioni. 2) Per riuscire nell’intento, nel progetto didattico cerco di attivare tutti i sensi dei ragazzi per incuriosire e interessare, così da alzare il loro livello attentivo e motivarli ad ascoltarmi fino alla fine: ad es. mi presento vestita da greca, ma subito dopo spengo la luce e proietto loro lo spezzone di un film di Rosselllini degli anni 60 dove Socrate dice di non sapere niente; mentre nell’e-book la modalità sinsemica è di per sé una comunicazione visiva che, insieme ai diversi riferimenti del linguaggio audio-visivo, consente di ancorare alla realtà quotidiana quanto asserito.
3) In entrambi i casi ho dovuto ricorrere a più competenze in contemporanea: nel progetto sono stata attrice, burattinaia, affabulatrice, creatice di un gruppo di lavoro, docente e valutatrice dei concetti trasmessi, nell’e-book , invece, sono stata ideatrice, progettista, assemblatrice, realizzatrice e scolara nei confronti di un linguaggio completamente nuovo per me come quello dell’html, di cui non conoscevo nulla. 4) Faccio largo uso del “dialogo” e non potrebbe essere diversamente visto che sto trattando l’apologia di Socrate: dialogo in modalità sincrona, quando parlo direttamente ai ragazzi o discorro con la mia compagna Elena che mi aiuta nello svolgimento del progetto; mentre dialogo in modalità asincrona quando uso l’e-book, perché si instaura con i miei lettori una conversazione muta, a distanza, che sviluppa in chi legge sia un senso di appartenenza e condivisione , sia di immersione nella trama del mio progetto didattico . L’utilizzo dell’e-book mi ha permesso ,inoltre, di sollecitare la componente emotiva e motivazionale, coinvolgendo il lettore stesso in un ruolo di ” co-autore” del mio testo, con possibilità di commenti e critiche che possano aumentare il testo scritto e questo risultato potevo ottenerlo solo scrivendo un prodotto d multimediale, un e-book , in un divenire che amplia e aumenta il valore di quanto da me raccolto finora . Non solo, ogni lettore è anche co-autore perché interpreta e sottolinea nella trama quello che ha più affinità con le proprie conoscenze, con la propria storia, con il proprio essere e da qui nasce il confronto. 5) La modalità di approccio è divertente e anticonformista: nel progetto uso i burattini . la pila e lo spruzzino per spiegare ai bambini il mito della caverna, li faccio ballare con un video virale che spiega loro il potere di un’idea e ottengo la trasmissione di quanto volevo comunicare; nell’e-book il lettore non solo si avvicina alla lettura di quanto fatto, ma entra in contatto con video, immagini, blog, canale tv da seguire e commentare che lo inducono a riflettere e a ritornare spesso sui concetti espressi. 6) Da ultimo ho notato come in entrambi i casi io abbia proposto un ruolo da protagonisti ai bambini: a conclusione del progetto hanno manipolato del materiale costruendo un artefatto cognitivo da portare a casa come testimonianza del processo di apprendimento, mentre nell’e.book le foto scattate loro hanno la funzione di testimoniare e incuriosire i genitori ad approfondire il percorso filosofico dei figli, partendo dall’occasione di visionare foto che li vede attori principali fino ad arrivare a leggere il progetto nel suo complesso. Due parole sulla scelta dell’argomento…
Oggi è necessario ripensare l’educazione, ovunque si sente parlare di crisi: crisi della famiglia, crisi della scuola, crisi delle istituzioni... nell’e-book ho inserito una breve intervista al prof M. Pollo dove egli traccia le tre motivazioni principali del disagio giovanile, che altro non è se non lo specchio del disagio della nostra società: 1) lo sradicamento dell’orizzonte del trascendentale e dell’etica, 2) la liquefazione dell’aggregazione territoriale a favore di un individualismo esasperato e 3) la sociotemporalità che prende il sopravvento sulla nootemporalità. Qual è la via d’uscita da percorrere in futuro per uscire da questa situazione? La ricetta ce la fornisce un uomo nato più di duemila anni fa, Socrate, insegnandoci a tornare a una sapienza educativa costituita da 3 elementi fondamentali: 1) il dialogo, 2) la scoperta di sé e , conseguentemente, degli altri e 3) il riconoscimento delle giuste regole per partecipare alla vita sociale e, così facendo, riuscire a cambiare quanto è inadeguato alla dignità umana cambiando le regole dall’interno. Utopia? Mah… non per Socrate!
Perché non partire dai bambini per ricostruire le basi della nostra società, i nostri bambini sono il ns futuro e hanno bisogno di un’attenzione particolare, lo sapeva bene anche Bertelli un personaggio che mi ha affascianto tantissimo per il coraggio e la tenacia dimostrata nel perseguire le sue idee. Dal mio punto di vista, Educare è insegnare a filosofare, dove con la parola “filosofare” non si intende trasmettere l’elenco storico dei pensieri e dei filosofi succedutisi nel corso del tempo e nemmeno l’attività di specialisti del pensiero logico, ma si vuole insegnare una scelta critica di uno stile di vita, la filosofia è una metadisciplina, insegna a pensare il pensiero e , pensando, interroga le altre discipline. E’ una forma mentis, per questo il metodo di apprendimento del filosofo, come quello di un bambino, con le sue domande e i suoi perché, rivoluziona le statiche e sterili certezze preconfezionate dalla società , accedendo al mondo del possibile attraverso l’immaginazione, alla ricerca di quella che ho definito la “cultura dello stupore”. Senza curiosità non ci sono domande e senza domande non c’è filosofia. Il mio progetto mira nella sua proposta a sollecitare curiosità e interesse, a divertire e divertendo insegnare anche la filosofia a dei bambini. La filosofia interessa la formazione di ogni studente anche quando questi non proseguirà gli studi in campo filosofico perché aiuta ad acquisire un atteggiamento autonomo di pensiero, di giudizio nei confronti della vita, fa diventare liberi pensatori, coscienti, responsabili, non soggetti passivi e inerti.
Nel progetto ho potuto constatare quanto la comunicazione fra le parti in gioco fosse generativa, dal momento che permetteva la nascita di idee e pensieri in connessione o in contrapposizione con quanto ascoltato, ma in un continuo scambio costruttivo di pensieri nel rispetto dell’altro. Non un semplice esercizio scolastico finalizzato al voto, ma un’apertura indirizzata alla riflessione individuale e collettiva, e questo aiuta a crescere. Ancora oggi l’apologia di Socrate a cui mi sono rifatta per proporre il mio progetto educativo è considerata la magna cartha della paideia…Non male per uno che diceva di non sapere niente… Qui sotto trovate il link per accedere direttamente al mio e-book: https://www.dropbox.com/s/nnlc3pzb6ole0by/tesi%20%28epub%29.epub

mercoledì 21 marzo 2012

Il circo della farfalla


Questo meraviglioso cortometraggio narra la storia di un uomo senza arti , nella commiserazione di sè e nella difficoltà non riesce a vedere il vero valore si sè, finchè un giorno il direttore del circo della Frfalla non lo incontra e cambia le regole del gioco...anche noi spesso non vediamo quale possa essere la trasformazione che possiamo fare e quale sia il nostro vero valore, abbiamo bisogno di qualcuno che dall'esterno ci indichi quale sia il nostro posto.
Ciò che il bruco chiama "fine del mondo" , è la "nascita" per la farfalla...
La vita è un dono misterioso.
Ogni volta che non ci facciamo abbattere dai nostri limiti siamo esempio di speranza per qualcun altro: commovente l'abbraccio tra Will e il bambino disabile e ,sopratutto, il "grazie" reso dalla mamma del piccolo.
Interpretato da Nick Vujicic nel ruolo di Will, l’uomo senza arti che tale è non solo nel film ma anche nella vita, e diretto da Joshua Weigel,2009.
Il circo della farfalla

non utilizza solo il circo e i suoi personaggi per narrare una storia, ma veicola qualcosa di intimamente legato al tendone.
Il signor Méndez è il proprietario di un circo che per caso si ferma in un luna park e visita il padiglione delle mostruosità umane: la donna barbuta, l’uomo tatuato, le gemelle siamesi… ed anche Will, appunto, che se ne sta in mostra e attende che gli amanti dello spettacolo degli orrori sfilino davanti a queste umanità mutilate e deformi.
“Una perversione della natura, un uomo – se così lo si può chiamare – a cui Dio stesso ha voltato le spalle!”, dice chi presenta il macabro show quando apre la tendina che tiene nascosto Will.
Ma qualcosa cambia per un incontro inatteso, quello con il signor Méndez, che guarda Will con occhi diversi. Will prima lo rifiuta e poi lo segue. Pensa che ogni circo sia come quello che ha vissuto fino a quel momento, ma ne conosce un altro, che raggiunge i piccoli paesi con questo messaggio: “signori e signore, ragazzi e ragazze, ciò di cui ha bisogno questo mondo è di un po’ di stupore”.
Il signor Méndez dirige un altro tipo di spettacolo, insomma, porta in pista contorsionisti, giocolieri, acrobati, trapezisti, l’uomo forzuto, la regina dell’aria. Artisti che si “muovono pieni di forza, colore ed eleganza”, qualcosa di “sbalorditivo”.
A contatto con loro Will rinasce, sfidato da una frase che Méndez gli scaraventa addosso all’improvviso: “Se solo tu potessi vedere la bellezza che può nascere dalle ceneri”. Ma " loro sono diversi da me", ribatte Will guardando gli artisti che si muovono con le loro gambe e afferrano funi e clave con le loro mani. “Un vantaggio ce l’hai – è la risposta di Méndez – più grande è la lotta e più glorioso il trionfo”.
Questa sembra la legge più profonda della vita.
Al circo, grazie all’arte della pista e alla umanità che sprigiona dalla compagnia di Méndez, anch’essa opera d’arte, Will subisce la metamorfosi da bruco a farfalla e spicca il volo. C’è molto realismo nella storia: Will nel circo del signor Méndez ha comunque un ruolo legato alla sua condizione umana, si getta da molto in alto in una vasca d’acqua e riemerge fra gli applausi, adesso Will mostra il meglio di sé, e il pubblico è testimone di “un’anima coraggiosa mentre imbroglia la morte".
Mi piace molto anche il commento che fa Antonio Socci del cortometraggio.

giovedì 16 febbraio 2012

Diritto d'autore e diritto del lettore

In questo periodo ho il pallino dell'e-book perchè mi piacerebbe trasformare le mia tesi di laurea in un "tomo digitale" quindi, come ho già scritto in risposta a un post di Andreas, quasi affetta da sindrome del “presunto creatore compulsivamente possessivo" mi sono adoperata per cercare di tutelare le mie fatiche, ma forse il problema è un altro...
Esiste un sistema chiamato Digital Right Managment che tutela l'uso che viene fatto del libro digitale, perchè se acquisto un libro cartaceo, come legittimo proprietario, posso farne ciò che voglio( regalarlo, rivenderlo o prestarlo ad esempio), mentre con un e-book l'acquirente entra in possesso di una sorta di licenza che ne determina gli usi possibili e che può essere orientata alla libertà assoluta(condivisione file, stampa, possibilità di copiarne una o più sezioni...) o a quella più limitativa(impossibilità di copiare il testo , vincolo alla sua fruizione su uno specifico device, ecc).
Mi ricordo di un mio amico che aveva acquistato una copia del libro di Orwell "1984" vedendoselo inspiegabilmente sparire dal proprio reader Kindle,

scoprendo poi che il tutto era avvenuto per una controversia tra Amazon e un editore che pur senza detenerne i diritti li aveva messi in vendita nel famoso portale, costretto a cancellare anche da remoto i testi a chi li aveva già acquistati.Il mio amico è stato risarcito dei soldi che aveva speso, ma non della spiacevole sensazione di avere comprato una cosa che poi si dissolve.
Ecco che questo è proprio uno dei pericoli della tecnologia del cloud computing, un sistema che prevede una distribuzione di servizi e di funzionalità che risiedono sempre e più spesso sui server- definiti cloud- invece che nei singoli computer connessi in Rete.Questa tecnologia sta trasformando il modo di concepire la lettura: godendo più che del possesso del libro vero e proprio, dell'accesso distribuito e localizzato in dispositivi diversi;questo a patto che si riesca a trovare una forma di garanzia per i dati salvati nella nuvola, come dimostrano i recenti casi di Megavideo e Megaupload e quello di Amazon sopracitato.
Altro punto da rilevare è il formato con cui questi libri digitali vengono prodotti:
si è partiti con formati proprietari, cioè non trasportabili su altri device, mentre oggi la tendenza è quella di usare formati aperti come e-pub , promosso dall'International Digital Publishing Forum.
A conclusione di tutto ciò avrei quasi deciso di pubblicare da sola il mio tomo/tesi in formato e-pub, più che presentarlo in una casa editrice...vedremo..

venerdì 10 febbraio 2012

Perchè suona ancora la campanella?

La scuola come l’abbiamo sempre conosciuta è l’unica possibile?

Le campanelle, i voti, le gite, lo stare seduti per ore e ore dietro un banco per dieci, quindici, vent’anni… Siamo proprio sicuri che sia il modo migliore per imparare? Perché non provare a rimescolare le carte?
La centralità degli studenti necessita di percorsi rallentati e, soprattutto, di uno spazio ben più ampio da conferire all’ambito affettivo-relazionale. La scuola odierna, riflettendo le tendenze di buona parte della società umana, è centrata sul mito della velocità, dell’accelerazione e della competizione, come criterio di selezione al quale i bambini vengono educati fin dai primi anni di vita. Siamo nell'epoca del tempo senza attesa. Questo ha delle ripercussioni incredibili nel nostro "modo di vivere". Non abbiamo cioè più il tempo di "attendere",vogliamo "tutto e subito. in tempo reale.

” È necessario intraprendere un nuovo itinerario educativo. Genitori, insegnanti e tutti coloro che ruotano attorno al mondo della scuola, sono stimolati dalle suggestioni offerte dalla pedagogia della lumaca e possono ricominciare a riflettere sul senso del tempo educativo e sulla necessità di adottare strategie didattiche di rallentamento, per una scuola lenta e nonviolenta.” Da La pedagogia della lumaca di G. Zavalloni.



Ma come nella scuola del futuro bisogna rallentare? Con quale logica? Quando per l’accelerazione del cambiamento i due compiti della scuola quello della trasmissione del sapere e quello della preparazione all'ingresso nell'ingresso del mondo degli adulti entrano in conflitto tra loro, la scuola inevitabilmente sceglie il primo e rinuncia al secondo. La scuola ha un vero e proprio problema con il cambiamento.


La scuola è diventato l’ambiente più conservatore. Invasa dai nuovi strumenti tecnologici, relegati, come abbiamo detto, in stanze lontane dalle aule scolastiche, continua a lavorare secondo i programmi più tradizionali. Sembra non rendersi conto della rivoluzione in atto, più radicale probabilmente di quella dell’invenzione della stampa.
La scuola appare fondata sulla frattura fra lezioni e vita reale.
Oggi i ragazzi fanno fatica e non comprendono quale sia l’incidenza – e, dunque, l’importanza – della formazione scolastica per il loro futuro! Per questo dobbiamo rallentare e reinsegnare loro il senso e il piacere di quello che fanno, ma questo non preclude la possibilità di inglobare appieno l’immenso patrimonio di risorse e possibilità nate con l’introduzione delle nuove tecnologie nella didattica scolastica, perché consentono interattivià con sussidi didattici e tecnologici e permettono al docente di svolgere una funzione diversa rispetto a quella tradizionalmente esercitata.Ma se le nuove tecnologie non portano a una rivoluzione di ruoli , tempistiche e spazi, la loro funzione è sminuita e limitata.
L'ambiente scolastico, inoltre, deve insegnare a sviluppare l'intelligenza, quella facoltà mentale che consente ad un soggetto di interagire e di comprendere la realtà, le idee e il linguaggio, di ragionare, di apprendere, di pianificare e di effettuare efficacemente il problem solving, per rendere il soggetto capace di condurre un'esistenza autonoma, responsabile e soddisfacente.
Lo psicologo statunitense Howard Gardner distingue ben 9 tipi fondamentali di intelligenza, localizzati in parti differenti del cervello:
* Intelligenza Linguistica: è l'intelligenza legata alla capacità di utilizzare un vocabolario chiaro ed efficace. Chi la possiede solitamente sa variare il suo registro linguistico in base alle necessità ed ha la tendenza a riflettere sul linguaggio. Propria dei linguisti e degli scrittori.
*Intelligenza Logico-Matematica: È l'intelligenza che riguarda il ragionamento deduttivo, la schematizzazione e le catene logiche. Comune nei matematici, e in generale in chi si occupa della scienza o delle sue modalità applicative (ingegneria, tecnologia etc.)
* Intelligenza Spaziale: concerne la capacità di percepire forme ed oggetti nello spazio. Chi la possiede, normalmente, ha una sviluppata memoria per i dettagli ambientali e le caratteristiche esteriori delle figure, sa orientarsi in luoghi intricati e riconosce oggetti tridimensionali in base a schemi mentali piuttosto complessi. Questa forma dell' intelligenza si manifesta essenzialmente nella creazione di arti figurative.
* Intelligenza Corporeo-Cinestesica: Chi la possiede ha una padronanza del corpo che gli permette di coordinare bene i movimenti. In generale si può riferire a chi fa un uso creativo del corpo, come i ginnasti e i ballerini.
*Intelligenza Musicale: È la capacità di riconoscere l'altezza dei suoni, le costruzioni armoniche e contrappuntistiche. Chi ne è dotato solitamente ha uno spiccato talento per l'uso di uno o più strumenti musicali, o per la modulazione canora della propria voce.
* Intelligenza Interpersonale: Riguarda la capacità di comprendere gli altri, le loro esigenze, le paure, i desideri nascosti, di creare situazioni sociali favorevoli e di promuovere modelli sociali e personali vantaggiosi. Si può riscontrare specificamente nei politici e negli psicologi, più genericamente in quanti possiedono spiccata empatia e abilità di interazione sociale.
* Intelligenza Intrapersonale: riguarda la capacità di comprendere la propria individualità, di saperla inserire nel contesto sociale per ottenere risultati migliori nella vita personale, e anche di sapersi immedesimare in personalità diverse dalla propria. E' considerata da Gardner una "fase" speculare dell' intelligenza interpersonale, laddove quest' ultima rappresenta la fase estrospettiva.
* Intelligenza Naturalistica: consiste nel saper individuare determinati oggetti naturali, classificarli in un ordine preciso e cogliere le relazioni tra di essi. Alcuni gruppi umani che vivono in uno stadio ancora "primitivo", come le tribù aborigene di raccoglitori-cacciatori, mostrano una grande capacità nel sapersi orientare nell' ambiente naturale riconoscendone anche i minimi dettagli.
*Intelligenza Esistenziale o Teoretica: rappresenta la capacità di riflettere consapevolmente sui grandi temi della speculazione teoretica, come la natura dell'universo e la coscienza umana, e di ricavare da sofisticati processi di astrazione delle categorie concettuali che possano essere valide universalmente. Questo tipo di intelligenza è maggiormente posseduta dai filosofi, e in una certa misura dai fisici.


Io partirei da qui: la scuola del futuro deve essere in grado di sviluppare ognuna di queste intelligenze proprie dell’uomo e di individuare in ogni persona quella prevalente, "scoprire i talenti" di ognuno.
Strutturalmente la mia scuola ideale dovrebbe essere formata almeno da 9 aule magne, una per ogni area di apprendimento segnalata dalle intelligenze di Gardner inglobate in un grande spazio ricreativo per studenti e insegnanti, sia al coperto, che all’ esterno, uno spazio ben costruito, luminoso, colorato, stimolante.
Le aule completamente dotate di dispositivi multimediali, accesso libero al wii-fi e al sistema di cloud computing della scuola per condividere con gli altri i propri progressi attraverso i forum e le chat, sono costruite grandi, "magne", così da permettere sia il lavoro in equipe tra i ragazzi, sia un ascolto corale della materia in oggetto, progettate secondo forme geometriche,con colori e materiali diversi che le possano contraddistinguere e caratterizzare: ad esempio l’aula deputata alla crescita dell’"intelligenza esistenziale" dove verrebbe insegnata filosofia, religione o psicologia, potrebbe essere circolare (per ricordare l’infinito), di colore viola (perché questo è il colore nato dall’incontro tra il terreno - rosso- e il divino- blu-), con morbide poltroncine mobili e pouf ,da sistemare a seconda della richiesta includendo anche la postazione del docente nella circolarità della classe.Ogni aula dovrebbe avere alcuni tavoli da lavoro addossati alle pareti per eventuali lavori non supportabili attraverso PC e dovrebbe essere dotata di uno spazio espositivo dei lavori eseguiti dagli studenti,

memoria di quanto fatto e stimolo a procedere. Tutto ciò potrebbe significare la fine della "classe" così come oggi la intendiamo: non più una cattedra su cui uno si eleva sugli altri davanti a un ammasso di banchi e computer isolati dentro una stanza, ma pc utilizzabili in ogni luogo della scuola. Circolarità di persone e quindi circolarità di idee, che portano a una crescita globale della persona e della comunità.
Le LIM , presenti in più esemplari in ogni aula, potrebbero finalmente emergere dal ruolo di semplice proiettore su grande schermo, come spesso vengono ancora usate oggi, e arrivare a offrirsi ad un ambiente sociale per proporre contenuti aperti alla mediazione del docente, permettere l’accesso a una realtà esterna alla classe e aprire la possibilità di visualizzare e analizzare informazioni, documenti , esperienze e testimonianze finora appiattite su riproduzioni cartacee o raccontate attraverso il linguaggio verbale.

“La LIM in classe consente un’estensione degli spazi interiori, arricchita dalle possibilità offerte ai nuovi linguaggi rispetto ai diversi stili cognitivi dei ragazzi, ma può divenire un evento collettivo che coinvolge la classe intera” da Tecnologie per la didattica di M. Faggioli.
Compito della scuola e’ preparare i giovani alla societa’ in cui vivranno, in modo che essi siano prima di tutto in grado di capire quella societa’ e poi di contribuire al suo cambiamento. Le societa’ umane non sono tutte uguali, sono diverse a seconda dei tempi e dei luoghi, e soprattutto cambiano nel tempo. Percio’ le diverse societa’ richiedono conoscenze, comportamenti e valori diversi nelle persone che debbono vivere in esse. Quello che ci si aspetta dalla scuola e’ che dia ai giovani le conoscenze, le abilita’ e anche i valori appropriati alla societa’ in cui vivranno da adulti, quindi è fondamentale che imparino a gestire al meglio le risorse derivanti dalle nuove tecnologie, perchè vivranno sempre più in un mondo intriso di tecnologia e sempre più volto al sociale,alla condivisione e alla velocità.Ma se non saranno in grado di gestire questi cambiamenti,nè resteranno schiacciati: le nuove tecnologie sono come i Venti Atlantici di Cristoforo Colombo, capaci con la loro forza di portare il navigatore dall'altra parte del mondo, ma anche di farlo naufragare senza le corrette dinamiche.Come scegliere la rotta? Avendo ben presente che ogni individuo è un insieme di testa, cuore e anima, quindi andando a intervenire in tre ambiti differenti e delicati della persona umana.Interventi didattici non possono limitarsi all'acquisizione di nozioni, ma devono orientarsi anche alla trasmissione di valori che possano rendere appagante il percorso di crescita, di abilità che aiutino concretamente l'individuo a progredire autonomamente e responsabilmente nel suo cammino :per questo motivo i laboratori

e gli stage frequenti all'esterno della struttura scolastica diverranno imprescindibili nel curriculum didattico, un long life learning, non una semplice scuola dell'obbligo per ogni persona.Forse nella scuola del futuro questi obiettivi saranno effettivamente raggiunti e non resteranno semplicemente a livello utopico, poichè la scuola diverrà a pieno titolo formatrice di persona preparate ad affrontare la società.
Se andiamo avanti a rimescolare le carte,nella scuola 2.0 il libro non esisterà più. Non servirà più.
Non su formato cartaceo per lo meno,poichè saranno scarcabili gratuitamente dalla Rete sul proprio tablet in formato multimediale,simili a questo esempio fornito dalla Khana Academy : "Smarthistory"

Le informazioni significative saranno scelte individualmente dagli studenti che, guidati dai professori, collegheranno a piacere varie fonti, in modo da delineare un arazzo dettagliato e appassionante della materia che stanno studiando. Verranno premiati i collegamenti e le condivisioni migliori, così da promuovere un lavoro collettivo. Già adesso usiamo questo sistema quando navighiamo in rete. Saltando da un link all’altro, e così il tempo vola. Pensiamo cosa significherebbe riuscire ad entusiasmare lo studente nella stessa maniera, anche quando esegue una ricerca sulla biologia molecolare e magari consolidando questo genere di nozioni facendo imparare, attraverso un laboratorio di cucina, come ,

in ambito applicativo, i principi propugnati dalla gastronomia molecolare abbiano portato all'invenzione e alla sperimentazione di nuove modalità di preparazione, cottura, abbinamento e presentazione dei cibi: ad esempio,il congelamento attraverso l'azoto liquido, l'uso alimentare del tabacco, la "frittura" nello zucchero, l'uso del vuoto spinto per la preparazione di mousse e meringhe. Questa sarebbe la grande rivoluzione della scuola:apprendimento formale con le nuove tecnologie, mediazione dell'insegnante e laboratori "sorprendenti" che incrementino le conoscenze attraverso l'informale,causa dell'80% di ciò che conosciamo: uno scambio continuo tra docente e discente, tra personale e pubblico tra individuale e sociale, modulato attraverso docenti preparati, aggiornati e ,soprattutto, avvezzi a lavorare in sinergia con i colleghi.Il processo di costruzione del sapere, più che il prodotto finale deve essere la chiave di volta dell'intervento didattico della scuola. Riscoprire la qualità di quanto appreso, sciogliendo dai legami dell'attestato di frequenza i ragazzi o chi riprende studi, corsi di aggiornamento o specializzazioni in qualsiasi fascia d'età.
Sarebbe auspicabile che nascessero libri creati direttamente dagli studenti, esempio tangibile di apprendimento e progettazione individualizzata.



Anche i compiti potrebbero essere sistematicamente svolti in digitale e postati direttamente sul forum della classe o messi come post sul blog del docente di turno, questo risparmio di tempo potrebbe essere convertito in laboratori diretti a costruire artefatti- anche cognitivi- di consolidamento per quanto appreso. Laboratori teatrali per religione o storia,corsi di arti marziali per filosofia, giardinaggio ed economia domestica per l'apprendimento nello sviluppo delle intelligenze naturali,giochi di società in lingua straniera,scacchi per l'intelligenza matematica e così via, poichè l'apprendimento informale non è meno importante e significativo di quello formale. Ogni due mesi dedicherei una settimana all’apprendimento non- formale attraverso stage presso aziende o enti sociali, per ridurre da subito il divario tra ciò che si impara a scuola e ciò che richiede il mondo del lavoro, che è sempre in trasformazione. Ad esempio, si potrebbe proporre il servizio ai tavoli di bar o ristoranti per ragazzi che studiano psicologia o anche semplicemente del volontariato in strutture associate.

Il tempo dedicato ai singoli insegnamenti sarebbe equivalente, senza materie prevalenti, poiché tutto ha pari dignità e concorre alla formazione di una persona nella sua globalità. L’orario diventerebbe per forza lungo con tutti i pomeriggi, ma completo e dinamico nella sua proposta formativa.

E in tutto questo il ruolo dell´insegnante non perde di valore; al contrario, il docente rimane una forza e una guida stabile per aiutare i giovani a muoversi dentro la giungla dell´apprendimento, un regista vero e proprio di Instructional Design, capace di rinnovarsi,disposto a imparare dai propri allievi,a scambiare esperienze con i colleghi e a progettare nuovi orizzonti, ma soprattutto una persona in grado di guardare negli occhi i suoi allievi e capire quale marcia mettere, in quale momento accellerare, quando fermarsi.
Mi diverte la proposta della Corea del Sud di investire miliardi in robot insegnanti,onniscenti, pazienti,ripetitivi e ...finti. Credo che il ruolo del docente sia intoccabile e di grande rilievo nella formazione di qualsiasi studente.
Le nella scuola del futuro ore non saranno più scandite dal suono della campanella, ma dal susseguirsi di laboratori, discussioni e spiegazioni veicolate anche attraverso podcast in treno, bus al parco,Learning Objects, non semplici lezioni frontali . I ragazzi diventano protagonisti e co-costruttori del proprio sapere, coinvolti in un percorso di scoperta continua in grado di entusiasmarli e di renderli autonomi nella gestione dell’ approvigionamento al proprio sapere. (Ausubel)
Allo stato attuale gli studenti si recano giornalmente a scuola ,per anni, ma questo potrebbe non essere più necessario nel futuro quotidiano, alternando giorni di presenza effettiva negli edifici scolastici a giorni di apprendimento a distanza attraverso videoconferenze o ambienti sincroni davanti al proprio personal computer entro le mura domestiche, come accade già con la Khan Accademy, ovvero utilizzando agenzie formative anche esterne al circuito scolastico precostituito,oppure attraverso ambienti immersivi come quello di "Second life", dove con il prorio avatar diventerebbe possibile assistere a lezioni, partecipare ad eventi, sperimentare situazioni difficilmente proponibili per costi o tempistiche in un'aula normale.
La convergenza al digitale permetterebbe di visionare i file preparati dal docente in classe anche su dispositivi personali come tablet o smartphone o su piattaforme on line e quindi fruibili in modalità asincrona sia dai ragazzi che da altri docenti intenzionati a perfezionare, confrontare o integrare il proprio lavoro;si potrebbero sfruttare i tempi morti di ognuno di noi per apprendere, in assoluta libertà e autonomia, come ,ad esempio, ascoltasndo un podcast durante il tragitto in bus da scuola a casa o di ritorno dal lavoro mentre si guida la macchina.
Anche nei giorni di frequenza scolastica non è difficile immaginare ogni studente con il proprio computer sotto braccio, sempre online, invece che con la propria cartella piena di libri e quaderni,con un portfolio digitale testimone della propria crescita e tanta voglia di fare

venerdì 20 gennaio 2012

Salviamo Internet

Rivolta sul web contro le norme antipirateria online in discussione al Congresso americano. Da Wikipedia - che ha oscurato per tutta la giornata il suo sito in inglese - a Google, ‘listata a lutto’, in rete è stata una giornata di protesta senza precedenti. L’accusa rivolta a Capitol Hill è chiara: si vuole censurare internet!
La protesta è forte da settimane. Tanto che lo stesso presidente Barack Obama è dovuto intervenire, assicurando che la sua amministrazione, pur essendo impegnata nella lotta alla pirateria online, non sosterrà mai leggi che riducono la libertà di espressione. Il presidente, per questo, si è anche attirato la feroce critica del magnate dei media Rupert Mardoch. Sulla rete intanto è stata una vera e propria giornata di mobilitazione. “Immagina un mondo senza la libera conoscenza”, si legge sulla versione inglese di Wikipedia, in cui si sottolinea come una legislazione così restrittiva potrebbe fatalmente compromettere l’esistenza di un internet “libero è aperto”.
< href=http://www.avaaz.org/it/save_the_internet_action_center_b/?cINoKbb> avaaz
Questo è l'indirizzo dove potete firmare una petizione

per per fermare la censura di Internet: muoviamoci restando uniti!

lunedì 16 gennaio 2012

Assolo di viola

Qualche sera fa ho partecipato insieme a Grandipepe alla presentazione del primo libro di un giovane autore diciottenne della mia città: Romeo Tofani e sono tornata a casa piena di entusiasmo e voglia di fare...Con il suo Assolo di viola mi sono tuffata nella scrittura di un giovane uomo molto interessante, anticonformista, diretto e intelligente. Esistono ancora giovani autori,ragazzi per cui la scrittura è il "mezzo" per comunicare. Persone che al di là degli stereotipi o delle etichette, celano un mondo interiore che merita di essere scoperto e valorizzato, qualcuno che non è semplicemente triste, demotivato, conformato, annichilito o depresso dal mondo che ci sta attorno ...qualcuno che ti fa venire voglia di sperare.
Riporto , a seguire,alcune delle frasi che mi hanno particolarmente colpito nella lettura:

"ci vuole molto coraggio per togliere la vita a qualcuno, mentre per uccidere se stessi basta solo la paura di un futuro in solitudine "
Verissimo: quanto perdiamo di noi stessi per paura di restare soli? quante strade non percorriamo, quanto di noi sacrifichiamo per conformarci a quello che gli altri si aspettano da noi rinunciando a nostro vero io?

"voler lasciare la vita è una cosa innaturale e senza scopo, e senza uno scopo la vita di un uomo diventa il suo tormento"
Quanta gente conosco che sopravvive in questa vita, senza il gusto della conquista, della ricerca, del rischio, della fatica! Immobili giorno dopo giorno, in guerra con il passato o le occasioni di un futuro sempre procrastinato...ma la vita è adesso !
" ...ho vissuto convinta che l'arte sia la voce dell'anima, così voglio che tu ascolti, per poi tornare a parlare con l'anima"

Si usa uno specchio
per guardare il viso,
ma si usano le opere d'arte
per guardare la propria anima
George Bernard Shaw


"Tu non sei un'anima muta, perciò suona a ritmo del tuo cuore, così che New York e il mondo possano ascoltare quello che dici" Non accontentiamoci di vivere da mediocri, miriamo a vivere una vita splendida e torniamo a credere di riuscire a farlo...

lunedì 9 gennaio 2012

Il mio per-corso

Ho pensato che sarebbe stato un buon inizio utilizzare una delle piattaforme incontrate leggendo il blog di avo maio, uno dei compagni di viaggio conosciuto nel sottoscrivere feed reader per il corso di editing multimediale.
Offre tanti link didattici molto interessanti e mi piace sperimentare le piattaforme che segnala, in una di queste, prezi,ho trovato lo schema di un sentiero che dava l'idea di un percorso da fare attraverso degli step e...non ho saputo resistere! Mi sono avventurata in un nuovo inizio, spero che vi piaccia... ecco il mio per-corso !
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Inoltre è possibile aggiornare costantemente i lavoti fatti.

lunedì 2 gennaio 2012

Costruire puzzle con foto proprie e...giocarci!

E' da poco passato Capodanno e dovendo cercare nuovi giochi a tema per intrattenere i miei ospiti durante il veglione, mi è venuto in mente di far costruire loro un puzzle con la foto di mio marito che per l'occasione è un cowboy "ricercato"; vi suggerisco un sito gratuito, veloce e divertente per costruire puzzle con foto proprie: jigsawplanet
Potrebbe essere interessante utilizzarlo come un artefatto, per consolidare un certo apprendimento: ad esempio i ragazzi potrebbero giocare on line con immagini o schemi che noi riteniamo idonei per rafforzare in loro l'insegnamento che abbiamo trasmesso o per far scoprire l'argomento che andremo a trattare.
Qui sotto trovate il link del mio primo esperimento: divertitevi a giocare anche voi!


http://www.jigsawplanet.com/?rc=play&pid=0803450a46f3

Compito n. 4



Ho seguito i suggerimenti di Andreas e ho sperimentato scrivendo prima "pippo" con notepad e controllando che occupasse effettivamente 5 byte di spazio e poi ho riscritto sempre "pippo" in word, leggendo ben 12623 byte di dimensione, una gran bella differenza! Ho scaricato scaricato e osservato i due file nella versione "english" e "italiano": non ho notato sostanziali differenze, anzi, i due file hanno la stessa struttura, ma pesano in modo diverso. Il file "english" è più leggero (201kb), mentre quello "italiano" è di 204kb, forse la differenza sta nel fatto che all'inizio del secondo file c'è una leggera descrizione della versione e dei dati del traduttore in italiano.
Sono tornata al mio blog e ho provato a esportarlo - non si sa mai nella vita, potrebbe tornarmi utile nel momento che decidessi di cambiare piattaforma per far editare i miei post- così ho scoperto che con blogger è sufficiente andare su "impostazioni", cliccare su "esporta blog" e successivamente su "scarica blog" e "salva file" per avere il mio blog bello e impacchettato in formato xml

...oggi mi sento molto "GEEK"... lo so per alcuni può suonare come una bestemmia, ma a me sembra un urlo di trionfo! :)