mercoledì 7 novembre 2012

FILO-SO-FARE, IDEE GENERATIVE PER L'INFANZIA E NON SOLO

Mi scuso del lungo silenzio, ma ho preparato la mia tesi di laurea e lunedì 29 ottobre 2012 a Firenze sono diventata Dottoressa in "Metodi e tecnche delle interazioni educative" con il massimo dei voti...quasi non ci credo neanch'io! :)
“Perché scrivi un e-book? “ Questa è la prima domanda che mi viene posta quando mi viene chiesto di raccontare della mia tesi e io non posso che spiegare come, fin dagli inizi, riconoscendo la limitatezza delle proprie capacità cognitive, l’uomo abbia ricercato supporti che permettano l’estroflessione della memoria e la conservazione dei ricordi nel tempo : dalle immagini della caccia sulla pietra, ai papiri egizi, ai codici medioevali su pergamena, alla stampa di Gutemberg fino alla pubblicazione in Rete e ai linguaggi audiovisivi . Il nostro linguaggio oggi è digitale, il supporto è cambiato, o meglio, si è evoluto, ma l’oggetto della transizione è sempre il medesimo: lasciare traccia . L’e-book che ho “composto”, è il mio modo di lasciare traccia del percorso che ho intrapreso in questi tre anni di formazione, per questo ho deciso di pubblicarlo sul mio blog, alla portata di tutti, utilizzando dei tag, ovvero, delle parole significative, con cui possa essere rintracciato. E’ scritto in modalità sinsemica : che significa “sinsemia”? La “sinsemia” è una parola di origine greca che deriva dall’unione di “sin”= ” insieme”,”con” e di “semia”= “segno” e si riferisce alla disposizione spaziale degli elementi nel testo, cioè permette di visualizzare la correlazione tra gli elementi che lo costituiscono e consente una lettura sinottica dei quesiti: la disposizione spaziale, le evidenziature, il colore delle parole, le immagini con valore, già di per sé, polisemico, fungono da link a finestre esterne. Tutto ciò favorisce lo scorrere della narrazione della trama e da, non solo valore conoscitivo, ma anche euristico al testo, cioè permette di fare scoperte e consente di sviluppare dimostrazioni, quindi di giocare un ruolo deduttivo, quasi “maieutico” potremmo dire. L’organizzazione sinsemica della conoscenza è utile per sviluppare e potenziare il pensiero flessibile, facilita il lettore , soprattutto se neofita, nello scorrere della lettura e lo coinvolge permettendogli di attraversare il testo in modo reticolare oltre che lineare, attivando il problem solving.
Mi sono accorta che ho cercato di mantenere con l’e-book la stessa modalità di lavoro che contraddistingue il mio progetto educativo “Socrate, uno di noi” e che tra i due è possibile tracciare un vero e proprio parallelismo: 1) Il fattore” tempo”: nel progetto ho a disposizione solo 2 ore con ogni classe per presentarmi, entrare in empatia con i ragazzi, trasmettere loro dei concetti e valutare il loro apprendimento. Allo stesso modo con l’e-book mi trovo a disposizione solo una quarantina di pagine, poche a dire il vero, con cui stilare delle premesse, sviluppare le tematiche in oggetto e giungere a delle conclusioni. 2) Per riuscire nell’intento, nel progetto didattico cerco di attivare tutti i sensi dei ragazzi per incuriosire e interessare, così da alzare il loro livello attentivo e motivarli ad ascoltarmi fino alla fine: ad es. mi presento vestita da greca, ma subito dopo spengo la luce e proietto loro lo spezzone di un film di Rosselllini degli anni 60 dove Socrate dice di non sapere niente; mentre nell’e-book la modalità sinsemica è di per sé una comunicazione visiva che, insieme ai diversi riferimenti del linguaggio audio-visivo, consente di ancorare alla realtà quotidiana quanto asserito.
3) In entrambi i casi ho dovuto ricorrere a più competenze in contemporanea: nel progetto sono stata attrice, burattinaia, affabulatrice, creatice di un gruppo di lavoro, docente e valutatrice dei concetti trasmessi, nell’e-book , invece, sono stata ideatrice, progettista, assemblatrice, realizzatrice e scolara nei confronti di un linguaggio completamente nuovo per me come quello dell’html, di cui non conoscevo nulla. 4) Faccio largo uso del “dialogo” e non potrebbe essere diversamente visto che sto trattando l’apologia di Socrate: dialogo in modalità sincrona, quando parlo direttamente ai ragazzi o discorro con la mia compagna Elena che mi aiuta nello svolgimento del progetto; mentre dialogo in modalità asincrona quando uso l’e-book, perché si instaura con i miei lettori una conversazione muta, a distanza, che sviluppa in chi legge sia un senso di appartenenza e condivisione , sia di immersione nella trama del mio progetto didattico . L’utilizzo dell’e-book mi ha permesso ,inoltre, di sollecitare la componente emotiva e motivazionale, coinvolgendo il lettore stesso in un ruolo di ” co-autore” del mio testo, con possibilità di commenti e critiche che possano aumentare il testo scritto e questo risultato potevo ottenerlo solo scrivendo un prodotto d multimediale, un e-book , in un divenire che amplia e aumenta il valore di quanto da me raccolto finora . Non solo, ogni lettore è anche co-autore perché interpreta e sottolinea nella trama quello che ha più affinità con le proprie conoscenze, con la propria storia, con il proprio essere e da qui nasce il confronto. 5) La modalità di approccio è divertente e anticonformista: nel progetto uso i burattini . la pila e lo spruzzino per spiegare ai bambini il mito della caverna, li faccio ballare con un video virale che spiega loro il potere di un’idea e ottengo la trasmissione di quanto volevo comunicare; nell’e-book il lettore non solo si avvicina alla lettura di quanto fatto, ma entra in contatto con video, immagini, blog, canale tv da seguire e commentare che lo inducono a riflettere e a ritornare spesso sui concetti espressi. 6) Da ultimo ho notato come in entrambi i casi io abbia proposto un ruolo da protagonisti ai bambini: a conclusione del progetto hanno manipolato del materiale costruendo un artefatto cognitivo da portare a casa come testimonianza del processo di apprendimento, mentre nell’e.book le foto scattate loro hanno la funzione di testimoniare e incuriosire i genitori ad approfondire il percorso filosofico dei figli, partendo dall’occasione di visionare foto che li vede attori principali fino ad arrivare a leggere il progetto nel suo complesso. Due parole sulla scelta dell’argomento…
Oggi è necessario ripensare l’educazione, ovunque si sente parlare di crisi: crisi della famiglia, crisi della scuola, crisi delle istituzioni... nell’e-book ho inserito una breve intervista al prof M. Pollo dove egli traccia le tre motivazioni principali del disagio giovanile, che altro non è se non lo specchio del disagio della nostra società: 1) lo sradicamento dell’orizzonte del trascendentale e dell’etica, 2) la liquefazione dell’aggregazione territoriale a favore di un individualismo esasperato e 3) la sociotemporalità che prende il sopravvento sulla nootemporalità. Qual è la via d’uscita da percorrere in futuro per uscire da questa situazione? La ricetta ce la fornisce un uomo nato più di duemila anni fa, Socrate, insegnandoci a tornare a una sapienza educativa costituita da 3 elementi fondamentali: 1) il dialogo, 2) la scoperta di sé e , conseguentemente, degli altri e 3) il riconoscimento delle giuste regole per partecipare alla vita sociale e, così facendo, riuscire a cambiare quanto è inadeguato alla dignità umana cambiando le regole dall’interno. Utopia? Mah… non per Socrate!
Perché non partire dai bambini per ricostruire le basi della nostra società, i nostri bambini sono il ns futuro e hanno bisogno di un’attenzione particolare, lo sapeva bene anche Bertelli un personaggio che mi ha affascianto tantissimo per il coraggio e la tenacia dimostrata nel perseguire le sue idee. Dal mio punto di vista, Educare è insegnare a filosofare, dove con la parola “filosofare” non si intende trasmettere l’elenco storico dei pensieri e dei filosofi succedutisi nel corso del tempo e nemmeno l’attività di specialisti del pensiero logico, ma si vuole insegnare una scelta critica di uno stile di vita, la filosofia è una metadisciplina, insegna a pensare il pensiero e , pensando, interroga le altre discipline. E’ una forma mentis, per questo il metodo di apprendimento del filosofo, come quello di un bambino, con le sue domande e i suoi perché, rivoluziona le statiche e sterili certezze preconfezionate dalla società , accedendo al mondo del possibile attraverso l’immaginazione, alla ricerca di quella che ho definito la “cultura dello stupore”. Senza curiosità non ci sono domande e senza domande non c’è filosofia. Il mio progetto mira nella sua proposta a sollecitare curiosità e interesse, a divertire e divertendo insegnare anche la filosofia a dei bambini. La filosofia interessa la formazione di ogni studente anche quando questi non proseguirà gli studi in campo filosofico perché aiuta ad acquisire un atteggiamento autonomo di pensiero, di giudizio nei confronti della vita, fa diventare liberi pensatori, coscienti, responsabili, non soggetti passivi e inerti.
Nel progetto ho potuto constatare quanto la comunicazione fra le parti in gioco fosse generativa, dal momento che permetteva la nascita di idee e pensieri in connessione o in contrapposizione con quanto ascoltato, ma in un continuo scambio costruttivo di pensieri nel rispetto dell’altro. Non un semplice esercizio scolastico finalizzato al voto, ma un’apertura indirizzata alla riflessione individuale e collettiva, e questo aiuta a crescere. Ancora oggi l’apologia di Socrate a cui mi sono rifatta per proporre il mio progetto educativo è considerata la magna cartha della paideia…Non male per uno che diceva di non sapere niente… Qui sotto trovate il link per accedere direttamente al mio e-book: https://www.dropbox.com/s/nnlc3pzb6ole0by/tesi%20%28epub%29.epub

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